Effettuo consulenza e supporto psicologico individuale, di coppia e familiare, per adolescenti e adulti.

Nel mio approccio rivolgo particolare attenzione alla dimensione relazionale, intesa come lo spazio di dialogo nel quale si sviluppa l’evoluzione personale verso l’equilibrio e l’autonomia.

Ho svolto i miei studi e l’abilitazione professionale all’Università “La Sapienza” di Roma, studiando le emozioni ed approfondendo un modello clinico di stampo psicodinamico. Sono psicoterapeuta ad indirizzo psicodinamico, specializzato presso la Scuola di Formazione Psicoanalitica Il Ruolo Terapeutico. Il mio approccio attinge ai riferimenti della psicoanalisi, integrati con teorie e tecniche della psicoterapia relazionale.

Come lavoro

Il mio lavoro si svolge nella relazione.

Quando decidiamo di rivolgerci ad uno psicologo o uno psicoterapeuta è segno che si è accesa dentro di noi una consapevolezza, e attraverso la sofferenza richiama la nostra attenzione.

Spesso accade che questa sofferenza venga inizialmente attribuita alle sue manifestazioni: ansia, depressione, ossessioni, irrequietezza, disturbi alimentari, anoressia, bulimia, binge eating, vigoressia, dipendenza da sostanze o co-dipendenza affettiva. Oppure può assumere strutturazioni più stabili nella forma di disturbi della personalità, come lo sono il disturbo Borderline, Ossessivo-Compulsivo, Bipolare, Narcisistico.

Con questi nomi riusciamo a delineare un inquadramento diagnostico generale, utile soprattutto a dare un nome al disagio che stiamo provando. O magari contribuire alla consapevolezza che possa esistere in noi un’organizzazione psichica che presti il fianco alla sofferenza.

Al di là di ogni inquadramento diagnostico, io ritengo che ancora più importante sia considerare ogni storia personale nella sua unicità, poiché unica è la sofferenza psicologica di ogni persona, e in maniera unica va trattata.

Il significato di una diagnosi

Le diagnosi ci raccontano per grandi linee il “modo” in cui una persona affronta la sua sofferenza, ma la causa di quella sofferenza è da ricercarsi in ciò che quel “modo” non è ancora capace di raccontare.

Per fare questo bisogna comprendere dunque che ciò che chiamiamo disagio, disturbo o malattia, è il modo in cui abbiamo organizzato la nostra risposta alle sofferenze attraversate nella nostra vita. Non possiamo negarne il valore nel quadro di chi siamo oggi, dobbiamo partire dal comprenderlo e riconoscerlo.

Questa organizzazione ha avuto la funzione proteggerci da alcune sofferenze. Tuttavia è possibile che ci abbia esposto ad altri disagi, di quali oggi sentiamo il peso. Possiamo quindi decidere di iniziare a ripensare noi stessi alla luce del nuovo individuo che stiamo diventando, e della nuova vita verso la quale ci stiamo dirigendo.

Affrontare il disagio psicologico

Ritengo quindi che per affrontare il disagio psicologico sia necessario accogliere la complessità di ogni persona, del suo percorso di vita e della sua sofferenza: in questo modo è possibile ritrovarsi e costruire un nuovo percorso evolutivo verso una maturità e un’adultità psichiche.

Comprendere la nostra storia significa diventare capaci di guardarla senza che il dolore che ne può scaturire ci paralizzi. Poiché, lì dove il dolore diventa troppo forte, quello è il punto in cui la nostra comprensione diventa “cieca” e noi annulliamo la consapevolezza nel tentativo di annullare il dolore.

Tuttavia, così facendo, fermiamo anche la nostra evoluzione e con essa la capacità di elaborare quel momento della nostra storia personale.

Il nostro destino quindi diventa la nostra coazione a ripetere. Si innesca il ripetersi di situazioni ciclicamente dolorose, come relazioni amorose disfunzionali, codipenenti, dinamiche familiari burrascose o una dimensione lavorativa o sociale inappagante.

Rielaborare le nostre ferite ci permette di aprire lo sguardo sul nostro presente, che è l’unico spazio in cui possiamo costruire il nostro futuro.

La sofferenza consiste quindi nel ripercorrere lo stesso dolore attraverso esperienze solo apparentemente diverse, ma intimamente simili, perché non riusciamo ancora elaborare noi stessi e la nostra realtà in modo differente.

Per questo la relazione diventa uno spazio di libertà, dove è possibile incontrare sé stessi, riconoscersi, comprendersi, sognarsi, e sviluppare un modo nuovo di stare nel mondo.

Altre informazioni

Altre informazioni sul mio percorso professionale, oltre a quello di Psicologo a Foggia, sono reperibili sulle pagine:

• Ordine Nazionale degli Psicologi
• Albo Regionale Psicologi Puglia
• Pagina personale su Odine Nazionale degli Psicologi contenente specifica sulle convenzioni:
• Consulenti del Lavoro
• AssoMedico
• FISDE-ENEL
• KIWANIS
• Altre esperienze e pubblicazioni

Dott. Alessio Tortorella – Psicologo a Foggia

Citazioni e Aforismi

“Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino” (Carl Gustav Jung)

“L’arte della psicoanalisi è l’arte di sognare sogni non sognati” (Thomas H. Ogden)

“La chiave della psicoterapia è la comprensione. Senza di essa nessun approccio o tecnica psicoterapeutica ha senso o è efficace a livello profondo. Solo con la comprensione si è in grado di offrire un aiuto reale. Tutti i pazienti hanno un bisogno disperato di qualcuno che li capisca. […] Lo psicoterapeuta che non riesce a capire la pena dei suoi pazienti, a sentire la loro paura e a conoscere l’intensità della loro lotta per difendere il proprio equilibrio […] non è in grado di aiutare efficacemente i pazienti a superare il loro disturbo” (Alexander Lowen)

“Essere capiti significa essere salvati, essere presi, essere tenuti.
Non venire capiti è dunque enormemente penoso.
Una angoscia ancora maggiore viene però sperimentata quando si è nel dubbio: sarò capito? E sarò visto? Ancora, sarò preso? È meglio essere abbandonati che essere nel terribile tumulto dell’incertezza” (Wilfred Bion)

“È nel momento in cui mi accetto così come sono che io divengo capace di cambiare” (Carl Rogers)

Lo studio del dott. Alessio Tortorella – Psicologo a Foggia si trova in Via Dante Alighieri, 5 (angolo Corso Cairoli) 6°P

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